giovedì 18 ottobre 2012

Mai fidarsi di chi mangia lumache... "una serata divisa in due (secondo atto)"


NOTE PER IL LETTORE
Giochi trattati: Pochi Acri di Neve;
Partecipanti alle partite narrate nell'articolo: Fabrizio (detto Ciccio), Marco (detto Ciccio);

Post scritto da Fabrizio-Ciccio e disturbato da Marco-Ciccio.


Domenica sera ero in vena particolarmente espansiva: avete presente quelle sere nelle quali faresti di tutto, con chiunque, più si è meglio è, perché tanto quello che conta è la compagnia, bla, bla, ecc., ecc.?

Sbagliato!

A riprova di quanto fossi desideroso di instaurare profondi legami empatici con il prossimo, ho giocato a "Pochi Acri di Neve": due giocatori e passa la paura, con Ciccio nel ruolo di secondo giocatore coatto (che non è il termine romano che sta ad indicare una persona volgare, anche se devo ammettere che ogni tanto un po' coatto in quel senso lì lo è) anche perché il gioco era il suo e mica poteva non giocarci...



Quindi, dopo questa estenuante ricerca del numero di giocatori necessario a procedere, si passa al punto due del manuale del piccolo giocatore da tavolo: la spiegazione delle regole. Che uno dice: siamo a cavallo, il gioco lo hai comprato da mò ed hai avuto tutto il tempo per assimilare il regolamento, per cui ci delizierai certamente con una brillante ed efficace esposizione condita con dotti aneddoti che fanno sempre chic. NON Ciccio. NON questa volta. Apre il regolamento e comincia a leggere, da pagina uno a pagina ultima, con quel tono piatto e senza pause che dopo neanche 30 secondi stavo già pensando ad Heidi e a come facessero i monti a salutarla.


Resomi conto di quanto il quesito fosse insolubile, sono ritornato nel mio corpo giusto in tempo per sentire Ciccio, a conclusione della lettura dell'ultima parola dell'ultima riga di pagina ultima del regolamento: "bene, queste sono le regole, comunque sono abbastanza facili, vedrai che a giocarci ti diverranno più chiare". Ah, beh!

Non mi resta che adottare la strategia di emulazione: ripetere meccanicamente tutto quello che fa lui fintanto che non comincio ad avere una vaga idea di come funzioni 'sto gioco.
"Ah, cominci tu visto che tieni gli inglesi. E' scritto nel regolamento." Ma porc...!

Che il gioco in sé è facile, se non fosse per quelle carte piene zeppe di simboli e di scritte che neanche la Stele di Rosetta. Alla fine, comunque, la mia strategia è risultata abbastanza obbligata: avendo capito dopo un po' come si faceva a colonizzare nuovi territori, ma rimanendo per me il combattimento un mistero indissolubile (un po' come la questione di Heidi e dei monti), ho pensato bene di barricarmi in casa a coltivare il mio orticello nella speranza che questo fosse sufficiente. Di necessità virtù.

Peccato che io tenessi gli inglesi. In tutti i forum, siti o blog specializzati è scientificamente dimostrato che il giocatore inglese, per avere possibilità di vittoria, deve adottare una strategia aggressiva volta al predominio militare sul francese. Qualcuno afferma di aver visto le strategie inglesi di "Pochi Acri di Neve" stampate persino sui cartoni del latte al supermercato. Hanno avuto anche un paio di passaggi al Tg1 della sera. E io ovviamente non ne sapevo nulla.


D'altro canto il giocatore francese deve, invece, cercare di resistere agli assalti inglesi ribattendo con rapide incursioni o azioni di disturbo. Oppure gongolare sugli allori se lo sprovveduto inglese fa del catenaccio per tutta la partita. Stupidi francesi.


Dati questi presupposti la partita si conclude ineluttabilmente con una vittoria del francese Ciccio  sul sottoscritto per 60 a 54, con buona pace della storia della colonizzazione americana.

Nessun commento:

Posta un commento